La teoria dell’”Iceberg” applicata alla VR…

Enrico Speranza
2 min readJul 7, 2017

Viviamo in un’epoca straordinaria. La capacità computazionale è altissima ed il costo è in continuo ribasso. Abbiamo praticamente ogni tipo di ambiente di sviluppo e di codice per creare qualsiasi applicazione ci venga in mente. Tutto questo è ovviamente anche valido per la realtà virtuale. Anzi, potremmo dire che essendo la VR una nuova tecnologia tutte le società, per favorire la sua adozione, stanno praticamente regalando software e codice come mai nella storia dell’informatica. Il problema reale è che ciò che l’utente finale vede sono soltanto dei pixel colorati. Come, appunto, per un Iceberg, quello che possiamo osservare è soltanto la parte emersa, mentre dimentichiamo che nell’acqua esiste una quantità enorme di ghiaccio nascosto. Allo stesso modo, le nostre applicazioni contengono “strati” software sempre più complessi, anche se l’utente alla fine vede solo immagini colorate senza realmente capire le complesse operazioni che vengono “mascherate” dal proprio device.

Tutto questo provoca una sorta di “assuefazione tecnologica” estremamente deleteria che non lascia approfondire il reale funzionamento di queste meravigliose tecnologie. E’ indubbio che il fruitore dell’Applicazione sia il solo giudice del suo possibile successo e questo è fondamentale soprattutto nella VR dove è possibile veramente far star male qualcuno. E’ anche vero tuttavia che non è necessario fermarsi alla grafica senza pensare al lavoro che è stato fatto. Ci si sofferma su quello che manca senza valutare ciò che è stato sviluppato e testato. Viviamo sulle spalle di giganti, ma spesso non ce ne rendiamo conto:

Una divertente critica all’”assuefazione tecnologica” degli utenti…

Google è una delle aziende che maggiormente hanno compreso questo problema e la loro soluzione è molto semplice: osservare gli utenti e capire come interagiscono con l’applicazione per migliorare quella che viene semplicemente chiamata esperienza utente (User Experience: UX).

E’ appena uscita un’applicazione in VR di Google che può essere descritta come un semplice modellatore tridimensionale in Realtà Virtuale. Come potete vedere non è l’unico programma di questo tipo:

Molti utenti però hanno parlato di Blocks in maniera entusiastica. Gli strumenti messi a disposizione sono veramente intuitivi e si nota l’enorme lavoro che è stato fatto per capire come rendere semplice e veloce la creazione e modifica di un oggetto. Non possiamo ovviamente escludere un “effetto alone”, il marchio Google cambia molto le nostre aspettative sul prodotto. Certamente l’integrazione con un vero e proprio servizio online dove poter vedere e scaricare i vari modelli ha giocato un ruolo importante. Ma non è quello che stanno facendo Sansar ed HighFidelity? Ne parleremo molto presto…

AGGIORNAMENTO: lo sviluppatore di Mesh Maker, dopo il rilascio di Blocks, ha deciso di condividere tutto il sorgente dell’applicazione e rendere gratuita quella presente su Steam. Questa scelta dovrebbe farci molto riflettere:

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