Metaverse, Metaverse everywhere!

Enrico Speranza
8 min readAug 4, 2021

Ovvero, i Metaverse escono dalle fot***e pareti!

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Metaverse: è indubbiamente l’argomento del momento anche se le critiche e le analisi sono state impietose. Ed allora cerchiamo di fissare nel tempo e nello spazio quest’evento per poterlo almeno raccontare senza che esso si perda nei meandri di Internet e tutto si perda come se nulla mai fosse successo veramente. Cercherò di essere un cronista fedele ricostruendo quanto sta accadendo, ma devo ammettere che sarò di parte perchè finalmente (ma come sempre ai posteri l’ardua sentenza…) qualcosa sembra finalmente muoversi ed il mio sogno della creazione di un vero Metaverso sembra essere almeno possibile.

Il problema più evidente ovviamente riguarda la reale possibilità che queste dichiarazioni portino a qualcosa di concreto ed utilizzabile, mentre la maggior parte dei commentatori hanno espresso numerosi dubbi sia sull’idea stessa di Metaverse che sull’utilità finanziaria del suo sviluppo.

Giustamente l’amico TonyVT SkarredGhost definisce tutte le discussioni sul Metaverse, con l’immagine che vedete, come la nuova “Buzzword/termine in voga” a cui tutti si rifanno per sembrare innovativi e alla moda. E’ una giusta critica che svela il “re nudo”: tanti parlano di mirabolanti innovazioni, di un futuro in cui ci incontreremo in Realtà Virtuale in un gigantesco mondo virtuale condiviso tramite Internet ed in cui si potrà letteralmente vivere. Va però constatato che esistono già numerosi mondi virtuali (immersivi e non) che sono già in funzione e che hanno un discreto pubblico. Inoltre già più di un anno fa la stessa Facebook aveva annunciato l’avvio del progetto “Facebook Horizon” durante l’Oculus Connect 6 nell’oramai “lontano” Settembre 2019. Se pur indicato come il futuro “Metaverse” di Facebook il progetto è, ad oggi (Agosto 2021), ancora in Beta ed accedibile solo con apposito invito. Sappiamo, tramite diversi youtuber e frequentatori che hanno accesso alla piattaforma, che lo sviluppo sta procedendo, ma allora come mai Facebook non l’ha ancora rilasciato? E cosa realmente significa essere una “Metaverse Company”?

Un breve ricapitolo storico

Da quando il povero Neal Stephenson ha coniato il termine “Metaverse” per il suo ultra citato romanzo “Snow Crash”, non ha avuto più pace e come lui stesso ha ammesso in numerose interviste:

  1. Si tratta di un romanzo!
  2. Ha scritto anche altri libri di maggior successo e persino, dal suo punto di vista, migliori di Snow Crash.

E’ indubbia tuttavia l’impronta che questo romanzo ha lasciato nella mente di molti programmatori ed appassionati (compreso il sottoscritto…) i quali hanno tentato in tutti i modi di realizzare quello che solo una fervida immaginazione da Nerd aveva solo potuto ipotizzare. Sappiamo ad esempio per certo, ed ahime nessuno lo ricorda, che Mondi Virtuali come AlphaWorld (ora ActiveWorld) ed anche SecondLife sono stati anche “inspirati” dal romanzo di Stephenson, al contrario Ralph Koster in una sua famosa lezione al GDC del 2017 ha definito, in forma molto colorita, l’uso come canovaccio di “Snow Crash” per lo sviluppo di un Virtual World come una pessima idea!

La verità è che libri e film come “Snow Crash” o “Ready Player One” possono essere al più fonte di ispirazione, ma non certo un guida su cosa includere o sviluppare un possibile “Metaverse”.

La definizione stessa di Metaverse è sfuggente, “liquida”, stiracchiata a seconda delle diverse esigenze commerciali e propagandistiche. Ne ho parlato ampiamente anche io in un mio articolo qui su Medium.

L’unico fatto accertato è che da sempre si è parlato di “Metaverse” e soprattutto con l’improvviso arrivo della pandemia da Covid-19 questo termine è lievitato nelle statistiche delle ricerche su Google. La realtà ovviamente è ben diversa, all’indomani dei molti lockdown sparsi nel mondo diversi commentatori avevano vaticinato l’arrivo di uno “spazio virtuale tridimensionale condiviso” che ci avrebbe potuto “intrattenere” ed alleviare le nostre sofferenze ed angosce nel rimanere chiusi forzatamente in casa. Una rilettura questa che è tratta dai libri stessi da noi citati e che descrivono mondi al collasso in cui popolazioni in fuga della realtà si tuffano nella realtà alternativa ricreata sinteticamente dove tutto è possibile. La verità è che la pandemia iniziata nel 2020 sarà ricordata come la “generazione Zoom” con l’uso massiccio di sistemi di video conferenza già esistenti od appositamente potenziati e/o convertiti velocemente dalle maggiori aziende di informatica mondiale. L’uso di servizi e sistemi di Internet a partire dal LockDown è aumentato notevolmente e con essi ovviamente anche l’utilizzo di sistemi simil-Metaverse come VRChat, AltspaceVR, RecRoom, etc…

Con la fine parziale dei lockdown l’uso di sistemi da remoto o la creazione di eventi online dovuti alle stringenti regole sanitarie per COVID-19 hanno favorito e spinto l’interesse dei media verso eventi come quello del cantate Travis Scott su Fornite (Aprile 2020) o più recentemente di Jean Michele Jarre su VRChat (Dicembre 2020).

L’interesse sui Metaverse si è mantenuto comunque alto anche grazie ai vari articoli apparsi sui media ed i diversi eventi focalizzati sulla diffusione degli NFT dei mondi virtuali decentralizzati basati su BlockChain, per non parlare del finanziamento di un miliardo di dollari che è stato dato ad Epic Game per la costruzione proprio di un possibile Metaverse (Aprile 2021).

Già a Giugno 2021 un articolo di Forbes si focalizzava sul futuro dei Metaverse per poi arrivare all’inizio di Luglio con il grande annuncio di Sadia Nadella di Microsoft per il cosìdetto “Metaverse Enterprise”.

L’apice si è infine raggiunto con l’ormai recente e famosa intervista a Mark Zucherberg su “Theverge”:

I think that this is a persistent, synchronous environment where we can be together, which I think is probably going to resemble some kind of a hybrid between the social platforms that we see today, but an environment where you’re embodied in it.

Critiche e prospettive future

Avremo dunque presto OASIS con milioni di persone collegate contemporaneamente magari in Realtà Virtuale, una sorta di Facebook 3D oppure questa apparente “competizione” sarà vinta da qualche altra azienda?

Semplicemente non lo sappiamo. Le variabili in gioco sono troppe e se pur esistano dichiarazioni roboanti la maggior parte dei commentatori le interpreta come semplici speculazioni commerciali tese più che altro ad attirare l’attenzione e l’interesse dei lettori. Esistono già decine e decine di ambiente virtuali condivisi in cui gli utenti non hanno uno scopo preciso, possono tuttavia crearsi il proprio scopo creando e modificando gli ambienti per se stessi o per altri giocatori/utenti. La vera pecca di tutti questi sistemi è che sono tra di loro NON interoperabili. Se creo un Avatar su VRChat non posso certo portalo su AltspaceVR o su Somniun Space o su NeosVR o su mille altri sistemi. L’idea di avere ognuno un proprio “giardino recintato” non sta favorendo lo sviluppo di questi sistemi, al contrario ne sta amplificando la lenta moria. La paura, ipotizzo, di tutti questi sistemi è che un gigante come Facebook o Microsoft possa creare il proprio Metaverse e, forte del numero enorme di utenti dei loro social, cancellino o “svuotino” tutti le altre piattaforme già in funzione. Eppure tutto questo non è avvenuto e se pur “Facebook Horizon” proceda non è stato ancora rilasciato ed aperto a tutti gli utenti Facebook. Inoltre le dichiarazioni di Zucherberg vanno in una direzione molto promettente ovvero la definizione di un protocollo comune che possa permettere la “navigazione” e l’intercomunicazione tra più sistemi:

So I think part of this is, I think it’ll be good if companies build stuff that can work together and go across lines rather than just being locked into a specific platform. But I do think that, just like you have the W3C that helps set standards around a bunch of the important internet protocols and how people build the web, I think there will need to be some of that here, too, for defining how developers and creators can build experiences that allow someone to take their avatar and their digital goods and their friends, and be able to teleport seamlessly between all these different experiences.

So we’re already starting to do some of this. There’s an XR consortium that we are in with Microsoft and a bunch of other companies that are working on some of this as well. But I think that that’s going to be one of the big questions. I don’t think every company is going to have exactly the same vision here. I think some are going to have more siloed visions, and I, at least, believe that in order for this to work really well, you want it to be very portable and interconnected.

Questo mi riporta alla mente il tentativo fatto ormai più di 10 anni fa dalla Linden Lab nella creazione di un protocollo comune denominato MMOX:

Sfortunatamente l’iniziativa, pur molto interessante, non ebbe successo ed il progetto si arenò.

Per non parlare dello standars X3D erede del VRML:

Standard oggi quasi “snobbato” da tutti, ma che ha già tutti i requisiti necessari per essere uno standard aperto e libero utilissimo per l’intercomunicazione e definizione di scene in un possibile Metaverse composto da più Mondi Virtuali visitabili.

Conclusioni

Se da una parte le dichiarazioni fatte dall’AD di Facebook mi e ci hanno fatto sobbalzare dalla sedia, sono particolarmente restio a credere che il tutto non possa che essere l’ennesima moda passeggera dimenticata troppo velocemente. Non nego che la creazione di standard e protocolli aperti potrebbero favorire lo sviluppo di più mondi virtuali comunicanti (e del mio MayaVerse?) in quello che tutti ipotizzano essere la più vicina approssimazione alla realizzazione di un vero Metaverse.

Non ci resta che attendere e sperare che le promesse fatte diventino molto velocemente realtà invece di essere lo slogan tanto atteso dagli investitori in cerca di nuovi guadagni.

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