Metaverse, Walter Vannini e…la privacy!
Affinità elettive e non solo all’ombra dell’onnipresente Metaverse.
Vi é mai capitato di leggere od ascoltare qualcuno e rimanerne folgorati? Percepire con tutte le fibre del corpo che chi sta parlando ha esattamente le tue stesse idee, anzi oserei dire che riesce a portare ordine nel turbinio dei tuoi proto-pensieri! Se la risposta é positiva allora potete comprendere quale sia stata la mia reazione ascoltando Walter Vannini.
La realtà dei fatti è che io non conoscevo assolutamente Walter Vannini ed il suo folgorante podcast dataKnightmare, ma l’ho ascoltato per la prima volta mentre commentava in maniera molto negativa (ed a ragione…) l’onda mediatica del Metaverse. Date le mie molte critiche all’idea diffusa di Metaverse ho ritrovato nel suo podcast molte delle argomentazioni che ho portato avanti qui su Medium.
Nella sua puntata, cito testualmente “Il Metaverse è una cagata pazzesca”, il nostro critica pesantemente il Metaverse e lancia diversi avvertimenti soprattutto sui pericoli che una piattaforma di questo tipo porta con se.
E come non dargli ragione? Certamente il Metaverse non è tutta questa innovazione tecnologica per chi è nel campo da tempo, ma soprattutto il risvolto della medaglia apre degli inquietanti retroscena.
Un esempio concreto
Molti commentatori del mio precedente articolo sul Metaverse si sono soffermati soprattutto sulla questione, da me molte volte sollevata, riguardo allo sviluppo di un Metaverse aperto basato su software aperto. Il motivo reale è che il movimento “Open Source” è una grande conquista culturale (andate a sentire la puntata: https://www.spreaker.com/user/runtime/dk-6x27 , Avvelenare i pozzi!), la possibilità di poter vedere e modificare il codice vuol dire agire in maniera pro-sociale offrendo le proprie competenze e lavoro ad altri sviluppatori nel mondo, all’intera società! Non è assolutamente importante che le grandi società di software mondiali non siano, al momento, interessate a rilasciare ovviamente il codice delle proprie creazioni. Invece, è fondamentale capire che la grande avventura del Metaverse deve essere basata su codice a disposizione di tutti, aperto, controllabile. Codice soprattutto manutenuto da una grande comunità internazionale come tanti altri software che vengono ogni giorno usati da milioni di utenti sparsi nel mondo. Questo mi sembra un motivo sufficiente per combattere seguendo queste motivazioni, senza lasciarsi demotivare ovviamente dagli enormi interessi economici che spingono in ben altra direzione.
Il Financial Time ha recentemente pubblicato un articolo d’inchiesta che indaga attentamente i numerosi brevetti che le diverse società stanno sviluppando per aumentare le informazioni di tracciamento degli utenti che si collegheranno al Metaverse come il tracciamento oculare, labiale, biometrico, più punti di ancoraggio del corpo, etc… Nello stesso tempo nuove ricerche hanno mostrato come il semplice utilizzo di sistemi VR ed i dati base di tracciamento del corpo possono essere sfruttati per la diagnosi di numerosi “disturbi mentali” come: Depressione, Sindrome Post Traumatica da Stress, Ansia Sociale, etc… I dati biometrici possono essere usati inoltre per la profilazione di tantissimi atteggiamenti, scelte ed orientamenti, in una vera a propria branca della ricerca che viene definita “psicografia biometrica”.
Con il prossimo avvento di milioni di dispositivi che tracceranno centinaia di dati al secondo creando giganteschi “data lake” (“laghi di dati”) dobbiamo domandarci: come verranno trattati ed utilizzati questi dati? Come verranno tutelati il mio orientamento sessuale, religioso, ideologico, i dati sanitari desunti con molta probabilità da sistemi di AI per profilazione della cosiddetta “pubblicità mirata”? Come potremmo proteggere il nostro diritto alla riservatezza e sicurezza dei nostri dati?
Poniamoci queste domande adesso, valutiamone pro e contro e soprattutto sensibilizziamo l’opinione pubblica, gli Enti e lo Stato verso queste importanti tematiche. Facciamolo adesso prima che sia troppo tardi!
Perchè come dice “Walter Vannini” spesso nei podcast, poi “non dite che non ve l’avevo detto…”
Alcuni link interessanti sull’argomento privacy, profilazione e riservatezza dei nostri dati nel Metaverse: